lunedì 8 agosto 2016

 Stanchezza cronica: quando possiamo parlare di sindrome.




Sentirsi stanchissimi e sfiniti e avere estrema difficoltà a dedicarsi a qualsiasi attività quotidiana. Lavarsi, mangiare, pensare diventa una vera e propria impresa. Chi può tenta di recuperare energie ricorrendo a prolungati sonnellini o prova  a dormire più ore, ma non raggiungendo mai un riposo adeguato per sentirsi più energici.La sindrome da stanchezza cronica può comparire all'improvviso, facendo sentire un carico eccessivo di stanchezza e spossatezza da un giorno all'altro. Quella invece, che si presenta in modo più lento, impiega giorni, settimane o mesi. Per poter parlare di tale sindrome, è bene non allarmarsi dopo qualche giorno in cui il sonno pervade le giornate. Solitamente, occorre essere debilitati fisicamente e cognitivamente per un periodo di almeno 6 mesi. I pazienti riportano sintomi come: tensione fisica, debolezza, difficoltà a concentrasi o a pensare, difficoltà nella memorizzazione, apatia, spossatezza pur dopo aver riposato. Spesso chi ne soffre non è in grado di gestire impegni famigliari, lavorativi e sociali e tende ad isolarsi e a scivolare nella depressione. Pervade un senso di colpa e di profonda tristezza per l'incapacità di non sentirsi come prima.  E' necessario, dopo almeno 6 mesi, rivolgersi ad uno specialista per poter evitare un ulteriore disagio fisico ed emotivo. Purtroppo, si sottovaluta questa sindrome e si si rimandano visite mediche o ci si aggrappa a scuse inutili.Molti pazienti non si sentono compresi dai parenti o da amici e non è raro trovarli scoraggiati per una vita che è diventata ingestibile e davvero impossibile da padroneggiare. Sono pervasi da un profondo senso di smarrimento, che trova il giusto sostegno in un percorso psicologico individuale e personalizzato.


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